Chiusura Ospedali Psichiatrici Giudiziari, stopOPG risultato di una mobilitazione che proseguirà.

 

COMUNICATO STAMPA

 

1 aprile 2015 - Comunicato stopOPG

Oggi celebriamo una tappa fondamentale, che sarà ricordata come un passo avanti nella direzione dell'affermazione e del riconoscimento dei diritti e della cittadinanza di uomini e donne fino ad ora esclusi.
La chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari senza alcuna proroga è un risultato della grande mobilitazione del comitato stopOpg, di cui la Cgil fa parte. Mobilitazione che proseguirà, perché chiudere gli Opg non basta: dobbiamo costruire un'alternativa". Queste le parole del dirigente sindacale della Cgil nazionale e tra i promotori di stopOpg Stefano Cecconi, a margine dell'iniziativa sul superamento degli Opg in corso a Palazzo Giustiniani, che vede la partecipazione, tra gli altri, del Presidente del Senato Pietro Grasso, della Presidente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, Emilia Grazia De Biasi, di  Vito De Filippo, sottosegretario di Stato per la salute, del ministro della Giustizia Andrea Orlando e del viceministro Enrico Costa. "La  svolta positiva a cui si è arrivati ieri - continua Cecconi - apre un nuovo percorso: si avvia finalmente il graduale trasferimento delle persone internate negli Opg ai servizi esterni, e le regioni che non hanno rispettato i tempi previsti e che stanno rallentando la chiusura possono e devono essere commissariate". Il promotore del comitato sottolinea che "chiudere gli Opg non è sufficiente: bisogna ridurre drasticamente le Rems (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, di fatto 'mini Opg') e investire risorse e personale nei servizi socio sanitari e di salute mentale nel territorio". "Per completare la riforma Basaglia, porre finalmente fine alla logica manicomiale e restituire a tutti dignità e cittadinanza - conclude Cecconi - occorre spostare gli interventi dalle strutture ai percorsi di cura e di inclusione sociale".