StopOpg ha visitato le Rems di Subiaco e di Palombara Sabina.

 
Report flash Continua il Viaggio di stopOPG nelle Rems
(Abbiamo già visitato: Mondragone e Roccaromana (Campania) Pontecorvo (Lazio), Maniago e Aurisina/Trieste (Friuli Venezia Giulia) REPORT 1, Casale di Mezzani/Parma e Casa degli Svizzeri/Bologna (Emilia Romagna) REPORT 2 e Capoterra (Sardegna) REPORT )
 
il 19 maggio siamo tornati in Lazio (dove avevamo già visto la Rems di Pontecorvo) per visitare le Rems di Subiaco e di Palombara Sabina. In questa regione resta da visitare la Rems di Ceccano (FR). La delegazione del Comitato nazionale  di StopOpg era composta da Stefano Cecconi, Denise Amerini, Ornella Di Angelo, Gervasio Capogrossi (Cgil Rieti/Roma est/ Valle Aniene) e Maria Teresa Milani (Cittadinanzattiva e Consulta Salute Mentale Asl Roma 5). 
Ringraziamo innanzitutto il Direttore del Dipartimento Salute Mentale Giuseppe Nicolò che ci ha accompagnato nella visita e gli operatori incontrati nelle due Rems per la buona accoglienza e la disponibilità dimostrata.
 
Vietate le video riprese
Purtroppo dobbiamo segnalare che non sono stata autorizzata le videoriprese e quindi non sono state possibili nemmeno le interviste a pazienti e a operatori. A differenza delle Rems visitate nelle altre regioni, dove abbiamo effettuato le videoriprese pur nel rispetto della privacy, solo nel Lazio abbiamo incontrato questo divieto, che riteniamo una incomprensibile censura all’ informazione e al diritto di esprimere pubblicamente opinioni a pazienti e operatori che lo desiderano.
 
Le persone internate nelle Rems
Nelle due Rems visitate - entrambe provvisorie e attivate nel territorio della ASL Roma G - sono internati complessivamente 40 uomini (n. 20 a Subiaco e n. 20 a Palombara Sabina).  Va precisato che le due Rems ovviamente accolgono persone non solo dell’Asl Roma G (n. 11 persone) ma soprattutto “a carico” di altre Asl del Lazio (n. 26 persone). Vi sono due pazienti dalla Calabria e uno dal Molise.
Secondo i dati aggiornati al 4.5.2016 ( Fonte: Osservatorio Regione Lazio flusso pazienti internati in Rems ):
Su 40 persone internate, ben 16 persone provengono dall’esterno (libertà n. 13, carcere n. 2, arresti domiciliari n. 1), solo 11 persone provengono dagli Opg. A questi si aggiungono n. 7 “Fallimenti di Libertà Vigilata o Liberta Finale esperimento” e n. 6 da Rems fuori regione). Oltre il 60% degli internati è con misura di scurezza provvisoria. A testimonianza che la Magistratura di cognizione non sta applicando la legge 81/2014 laddove prevede la misura detentiva in Rems come extrema ratio. L’invio di persone dalla libertà - e in gran parte con misura provvisoria - sta ostacolando il trasferimento nel Lazio di pazienti dagli Opg (7 internati sono ancora ad Aversa) e sta creando una impropria “lista d’attesa” che produce una domanda altrettanto impropria di posti Rems.
Tutto ciò a conferma che serve un provvedimento che impedisca l’invio nelle Rems di misure di sicurezza detentive provvisorie. E che risulta necessario rendere più forte il rapporto fra DSM (Dipartimenti di Salute Mentale) e Rems e tra queste con la Magistratura, di cognizione e di sorveglianza, soprattutto serve orientare decisamente all’adozione di misure di sicurezza non detentive. 
In un anno sono state dimesse 10 persone.  
A Palombara è imminente l’apertura di un secondo modulo di 20 posti che porterà la capienza complessiva della Rems a 40 posti. Da sottolineare che nel Lazio complessivamente la capienza delle Rems, con l’apertura del secondo modulo a Palombara S., arriverà a 112 posti. Attualmente ne sono occupati 72. A nostro parere un numero spropositato che ostacola l’avvio dei progetti per misure alternative alla detenzione. Solo con alcune delle persone internate è stato possibile parlare (anche per il poco tempo a disposizione). 
                                                         
 
Rems e Servizi di Salute Mentale
Il rapporto con i servizi di salute mentale del territorio viene definito dagli operatori presente ma non facile: vi è la necessità continua, da parte degli operatori Rems, di sollecitare e attivare l'intervento. Le due Rems sono strutture nel territorio dell’Asl Roma G ma il 70% dei pazienti proviene da altre Asl del Lazio.   I Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali (PTRI), presentati da Rems con il concorso dell’Asl competente e dell’Ufficio per l’Esecuzione PenalEstrena (UEPE), che devono essere finalizzati a misure esterne alla Rems come prevedono le norme3, risultano pochi. La difficoltà dei servizi di prendere in carico i pazienti è segnalata dal personale stesso. Sono stati invece presentati i PTRI “interni” alle Rems.
 
Le Rems in Lazio
sono molto simili, per struttura e attività Come per la Rems di Pontecorvo, anche qui sono ben visibili i segni del mandato custodiale. Sono evidenti e pesanti i dispositivi di sicurezza stabiliti dal DM 1.10.2012 e dalle Autorità (vedi Accordo con la Prefettura).
Si ha però l’impressione che tali dispositivi non siano stati in alcun modo “negoziati” (per ridurne l’impatto) né dalla Regione né dalla Asl: ingresso vigilato da addetti alla sicurezza (vigilanza privata), porta con metal detector, obbligo di consegna di documenti, telefonini e borse, porte delle stanze da letto degli internate dotati di oblo per guardare all’interno, chiuse di notte e non apribili dall'interno. Camere da letto spoglie, con mobilio fissato al pavimento. Vigilanza con telecamere ovunque, fuorché nelle camere da letto. Sbarre che recintano i pochi spazi all’aperto.  
I dispositivi di sicurezza sono così pesanti (e visibili) che - per ammissione dello stesso direttore - condizionano l’attività sanitaria. La “fretta” di aprire Rems provvisorie potrebbe aver condizionato le scelte, ma non sembra una spiegazione sufficiente. In entrambe le Rems non c’è un vero e proprio spazio esterno (giardino o cortile) e le soluzioni trovate (terrazze blindate da sbarre) sono stigmatizzate anche da Direttore e Operatori.
Da segnalare la cosiddetta “gabbia” a Subiaco, una piccola terrazza recintata da sbarre che ne costituiscono persino il soffitto (la foto è eloquente e manifesta l’indecenza di una simile soluzione architettonica) ma anche a Palombara lo spazio esterno è inadeguato (anche qui due foto ma solo dall’esterno). Nel progetto della Rems definitiva, riferisce il direttore, è previsto un giardino esterno.