Un internato dell'Opg di Aversa racconta: "ho visto cose inaudite". Testimonianza audio.

da www.redattoresociale.it
Ezio Rossi ha scontato 32 anni di carcere per reati commessi in gioventù. La sentenza che lo ha condannato, oltre alla misura carceraria, ne stabiliva una accessoria, misura di sicurezza consistente in tre anni in "una casa di cura e custodia". Quest'ultima misura, comminata a Ezio Rossi per consumo di hascish - parliamo sempre del 1977 - è passata in esecuzione nel 2008, dopo che Ezio aveva saldato il proprio conto con la giustizia. "In questi anni ne ho viste di tutti i colori, dai carceri di massima sicurezza alle rivolte, violenze e aberrazioni di tutti i tipi. Non ho mai avuto paura di nulla, ma quando sono entrato nell'Opg di Aversa allora sì che mi sono spaventato”. Così Ezio Rossi racconta la propria esperienza nell’Ospedale psichiatrico giudiziario, un viaggio nell'orrore e nella disperazione, dove ogni umanità è annullata, ogni speranza di benessere preclusa, qualsiasi percorso terapeutico improponibile. A giugno scadono i tre anni disposti per Ezio, ma lui, che a tutt'oggi risiede in una comunità protetta, sa che il giudice può stabilirne la proroga di sei mesi in sei mesi, senza limiti, in maniera del tutto discrezionale.
Testimonianza raccolta dall’Agenzia Amisnet in occasione della protesta promossa dalla campagna “Stop opg” di fronte all’Opg di Aversa (17 maggio 2011).

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