Lettera al Presidente della Regione Puglia e alla Giunta regionale

 

AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA NICHI VENDOLA
ALL’ASSESSORE ALLA SALUTE ETTORE ATTOLINI
ALL’ASSESSORE AL WELFARE ELENA GENTILE
ALL’ASSESSORE ALLA CITTADINANZA ATTIVA ED ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA, NICOLA  FRATOIANNI     
REGIONE PUGLIA
 
Oggetto:Costituzione comitato “STOP OPG” della Puglia.          
                   
Il giorno 29 settembre 2012 si è formalmente costituito il Comitato Pugliese “STOP OPG”.
Con la recente legge 9/2012 le Regioni  sono vincolate al 31 marzo 2013  a dismettere gli OPG e a collocare gli attuali 1500 circa internati in strutture alternative agli OPG.
Contrastare  l’ipotesi  dello slittamento dei tempi di applicazione della norma è il primo impegno del comitato nazionale STOP OPG ed anche di quello pugliese .
Il Comitato STOP OPG Puglia, nell’ambito della campagna nazionale, auspica l’attivazione di tavoli di confronto per creare strutture accoglienti e inclusive. Perché il rischio vero è che ora si arrivi invece a   ricreare mini OPG e dunque, ancora una volta, a luoghi di costrizione e non di cura e riabilitazione.
Le risorse finanziare per intervenire ci sono ma devono poter essere trasferite. ‘Chiudono gli OPG o riaprono i manicomi?’ Questa è la nostra preoccupazione sullo sbocco che potrebbe avere la recente legge .Noi crediamo che ai circa 1500 pazienti internati negli OPG (di cui 400/500 la Commissione Marino ha segnalato che potrebbero essere già oggi dimessi) vadano riconosciuti diritti, un volto e un nome, dignità. Cioè storia, identità, cittadinanza. Per questo a fianco della chiusura degli OPG deve esserci l’apertura dei servizi territoriali, il potenziamento della medicina di comunità, oggi non strutturati né attrezzati adeguatamente per accogliere a dovere queste persone. E per questo bisogna anche  lavorare per cambiare il codice penale”
I dati da noi acquisiti presso l’Assessorato alla Salute della Regione per la Puglia ci indicano che:
-ad Aprile 2012 gli internati erano 65; a settembre 2012 nell’OPG di Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia), quello scelto per ospitare i residenti della nostra regione, gli internati sono 47. Di questi 13 sarebbero già in condizione di dimissione, mentre i restanti 34, per caratteristiche varie di tipologia di reato, dovrebbero essere trasferiti in strutture vigilate sanitarie. In assenza di accordo su quale deve essere l’istituzione che garantisce tale vigilanza,si è orientati a valutare anche strutture ospitate in istituti di pena, seppure non promiscue con gli stessi.
La legge 9/2012 dice che queste strutture devono essere organizzate per moduli non superiori a 20 posti. Il che significherebbe per la Puglia almeno 2 strutture. Le ipotesi in valutazione sono da parte della Regione Puglia diverse e tutte al momento subordinate ad un indagine che la stessa ha avviato con tutte le ASL per verificare se sono disponibili strutture sanitarie, magari dismesse, che rispondano ai requisiti previsti dalla legge, nonché alla programmazione regionale.
Dei 47 in questione,16 potrebbero essere dimessi entro il 2012, salvo revisione della loro pericolosità e previa diagnosi adeguata.
Dei 26 già dimessi fino ad oggi, 24 erano ristretti a Barcellona Pozzo di Gotto, 2 ad Aversa. Non si hanno notizie precise se tutti questi sono stati presi in carico dai DSM (Dipartimenti di Salute Mentale) delle ASL di residenza. Di certo si sa che  diverse sono le strutture private(CRAP) che li hanno accolti e che sono ubicate su varie province pugliesi.
Alcune di quelle che ne hanno accolto in maggiore numero sono: Incontro di Putignano, Sorgente di Presicce, Metropolis di Molfetta, Apollo di Castellana Grotte.
Il Comitato pugliese STOP OPG intende chiedere alla Regione Puglia, quindi, per non vanificare i principi della legge 9/2012, di attivare l’immediata apertura di un tavolo che rivendichi di:
Riportare gli internati nella realtà di provenienza;
Imporre ai DSM la presa in carico, con l’elaborazione di un progetto individualizzato per la dimissione;
Richiedere  l’immediato  riparto  alle regioni dei fondi della legge 9\2012;
Inserire i soggetti  in strutture già previste dalle leggi regionali,  psichiatriche e socio-sanitarie, secondo quando previsto dal progetto individualizzato elaborato dal  DSM di residenza;
Per quei soggetti che abbiano commesso reati  che presentano disturbi psicopatologici  acuti, attivare forme alternative di detenzione,anche di carattere domiciliare;
Rimettere in discussione il concetto di pericolosità sociale.
 
STOPOPG, Comitato Regionale della Puglia
Cgil Puglia, FP Cgil Puglia, Ufficio H CGIL Bari,Forum della Salute Mentale Puglia, Cittadinanza Attiva Puglia, ARCI Puglia, Psichiatria Democratica Puglia, Antigone Puglia.
 
 
Per il Comitato
Antonella Morga