Prosegue il viaggio di stopOPG nelle Rems: 19 maggio visita a Subiaco e a Palombara Sabina.

Dopo la chiusura degli Opg di Napoli Secondigliano e di Reggio Emilia, restano internati negli Opg oltre 80 persone (risultano: n. 37 a Montelupo F., n. 35 a Barcellona Pozzo di Gotto, n. 15 ad Aversa). Nelle ventidue Rems regionali sono detenute circa 250 persone. A cui si aggiungono più di 200 persone internate nell’ex Opg di Castiglione delle Stiviere, che ha solo cambiato targa diventando una mega Rems. Inoltre ci sono 151 persone in attesa di essere assegnati alle Rems, e ben 106 di queste sono con misura di sicurezza provvisoria. Come chiede il Commissario Corleone urge un provvedimento che impedisca l’invio in Rems di misure di sicurezza provvisorie. Ma si conferma la necessità di lavorare con la Magistratura (soprattutto di cognizione) per far applicare correttamente la legge 81/2014, che privilegia decisamente le misure di sicurezza non detentive e considera anche il ricovero in Rems come extrema ratio. Questo implica una forte cabina di regia in ciascuna regione, che faccia dialogare Asl e Dsm con le magistrature. Anche su questo il Commissario deve concentrare l’attenzione. In questo senso aiutano le indicazioni emerse dagli Stati generali sul carcere appena conclusi. In questa situazione proseguono le nostre visite alle Rems. In quelle fonora visitate (vedi i Report n.1 n. 2 n. 3) abbiamo riscontato grandi differenze: situazioni in cui è più evidente la logica custodiale (sbarre, filo spinato, guardie giurate armate, poca o nessuna possibilità di attività esterne alla struttura per gli internati, una magistratura più restrittiva) e altre esperienze di Rems più “aperte”, inserite all’interno di altre strutture per la salute mentale, in stretto collegamento con la rete dei servizi sociali e sanitari e con il territorio di appartenenza, con un rapporto collaborativo e dialettico con la magistratura. StopOpg ha fissato la sua attenzione sulle Rems proprio per evitare che i “vecchi contenitori” manicomiali (gli Opg appunto) siano sostituiti con nuovi luoghi, le Rems: sicuramente più accoglienti e decorosi, ma pur sempre con un uguale mandato. La sfida quindi è di ridurre in modo significativo il numero di posti di Rems per applicare invece misure di sicurezza alternative alla detenzione, come previsto dalla legge 81/14. E fare si che le Rems siano tarate sempre di più su una funzione terapeutica riabilitativa e non custodialistica.